03 giugno 2020

Primi risultati positivi per la terapia con il plasma

Risultati incoraggianti dal primo step di valutazione del progetto “Rescue”, che tratta con plasma iperimmune gli anziani malati di Covid. Il progetto, unico in Italia e nel mondo, è stato ideato dal direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale dell’Asst di Mantova Massimo Franchini e dal direttore della Pneumologia Giuseppe De Donno, in collaborazione con i colleghi del Policlinico San Matteo di Pavia, in accordo con le indicazioni di Regione Lombardia. Dopo le prime due settimane di utilizzo della terapia del plasma iperimmune sui pazienti delle Residenze Green Park, sono evidenti i benefici sui 12 ospiti trasfusi finora, che già dopo i primi giorni di trattamento sono in grado di alzarsi dal letto e di nutrirsi in autonomia.
De Donno si è riunito con l’equipe di Green Park ed è stato aggiornato sullo stato dei progressi degli ospiti in cura, registrato tramite scale di valutazione che prevedono test clinici: “Siamo soddisfatti, i primi 12 pazienti hanno risposto alla terapia con risultati clinici interessanti. C’è un miglioramento sia dei parametri clinici che di quelli laboratoristici, ovviamente sarà poi il follow up a dirci come sta andando dal punto di vista dell’efficacia terapeutica l’uso del plasma sulla popolazione anziana. Aspettiamo le direttive regionali, ma uno studio così promettente deve essere allargato”. Lo studio prevede una popolazione totale di 120 pazienti, non necessariamente tutti mantovani, e non tutti ospiti del Green Park, anche perché non sarebbero sufficienti. Tuttavia la struttura del Gruppo Mantova Salus si è lanciata per prima con grande determinazione nel progetto, offrendo ampia disponibilità, accolta immediatamente anche per la per la presenza del centro poliambulatoriale dotato di attrezzature radiologiche all’avanguardia: “Siamo entusiasti di questa collaborazione – spiega il presidente del GMS Guerrino Nicchio – soprattutto perché stiamo constatando sul campo che i nostri ospiti traggono benessere velocemente, ricominciando ad alzarsi ed a mangiare, due attività che nei pazienti affetti da CoVid sono problematiche. Il nostro scopo è anche quello di rafforzare la nostra capacità di reazione in futuro, in caso di riacutizzarsi dell’epidemia”.
Alla riunione di ieri ha partecipato anche il geriatra Andrea Fabbo, direttore della struttura operativa complessa di Geriatria-Disturbi Cognitivi e Demenze della AUSL di Modena e consulente di Green Park. La presenza di Fabbo, uno dei massimi esperti italiani di demenze negli anziani, serve a raccogliere informazioni sugli aspetti cognitivi oltre che su quello fisico: “Questo progetto, unico in Italia, è utile a valutare oltre agli aspetti biologici, anche l’impatto sul miglioramento dei parametri cognitivi, funzionali e comportamentali. In particolare gli anziani della struttura verranno monitorati anche per l’impatto che il CoVid ha sull’insorgenza e mantenimenti del delirium, prima e dopo la terapia. Un primo miglioramento c’è, perché l’anziano è meno confuso e riprende gradualmente le sue abilità. Vogliamo capire se il trattamento avrà un impatto positivo sulla riduzione della disabilità e il miglioramento del quadro cognitivo e comportamentale degli anziani”.